La domanda non è retorica se, come scrive Isabella Bossi Fedrigotti, tre opuscoli pubblicati dal dipartimento per le Pari opportunità e destinati agli insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori sconsigliano di leggere le fiabe ai bambini.
rchè?
«Tendono a promuovere un solo modello, quello della famiglia tradizionale, e impediscono identificazioni diverse. La collana ha lo scopo di combattere il bullismo e la discriminazione, e al suo interno si trovano anche capitoli contro l’omofobia».
Insomma, i tecnici del ministero propongono la rottamazione in blocco delle fiabe che hanno accompagnato la crescita di milioni e milioni di bambini in tutto il mondo.
«Al bando Biancaneve, la Bella addormentata, il Principe rospo e tutte quelle storie che parlano di principi azzurri e principesse in cerca di un eroe che ammazzi il drago, colpevoli di indurre le bambine a cercare poi – invano – per tutta la vita un uomo che assomigli a quel perfetto prototipo e i bambini a convincersi di dover usare spada e coltello per far colpo sulle fidanzate».
Le fiabe tradizionali, poi, avrebbero un altro peccato originale: farebbero crescere nei bambini e l’idea che «per formare una famiglia, gli uomini si sposano con le donne e mai viene loro in mente di accennare alla possibilità che un uomo sposi un uomo oppure una donna un’altra donna».
Insomma, secondo il ministero bisogna rivedere i modelli delle favole tradizionali perchè così sono discriminanti.
E così, fin tanto che i nuovi Fedro, Esopo o fratelli Grimm non si mettano al lavoro per scrivere le nuove FIABE 2.0 (e gli eredi della Walt Disney le trasformino poi in cartoni animati), agli insegnanti è consigliato di leggere qualche altra cosa in classe. Sì, ma cosa?
E ai genitori, la raccomandazione è la stessa: quindi per far addormantare i bambini, si può provare con una bella ninna nanna. Ovviamente che non parli di «uomini neri», ecc…
Questo è quello che penso sulle fiabe.
Lo penso veramente non perché lo dicono gli psicologi, metto distanza anche dal mio vissuto. Trovo le fiabe retoriche e vecchie. Un clichè che per il bambino moderno non serve.
Le generazioni nuove sono pure, vitali, hanno bisogno di esser tali e non di farsi incupire o vivere nella fantasia tragedie dove possano morire i genitori cruentamente, soffrire la fame, essere mangiati da una balena … ma poi finisce tutto bene??!! Questa la morale? Non è la realtà.
La realtà è che possono veramente morire le persone, che si possono avere problemi economici, che gli amici ogni tanto fanno i dispetti, che il coccodrillo se ti morde una gamba ti fa molto male!... Ma si può anche gioire guardando una bella collina, giocando con i propri amici a 1,2,3 stella, facendosi fare le coccole dalle persone care. La realtà è la vita di tutti i giorni ed è l'essenza di ogni aspetto.
Parliamo con i nostri bambini, raccontiamo loro storie, senza per forza narrare atroci fiabe. Tutto è più semplice se cerchiamo di entrare in contatto con le loro emozioni ed aprire un dialogo che crescerà con loro. E se un giorno ci parleranno del pesciolino morto nell'acquario, dopo qualche anno dovremo magari affrontare altri argomenti più "grandi".
Aprire il cuore in modo naturale ed amorevole, è questo il segreto più vero, ne sono convinta!
Lullaby80*