La gelosia è un fenomeno praticamente inevitabile all’interno di una famiglia. Quasi tutti i bambini desiderano essere il figlio preferito dei genitori, essere considerati i più bravi e i più amati.
Nella maggior parte dei casi, la competizione tra fratelli è motivata dal voler ottenere amore, attenzione e approvazione dai genitori. La gelosia non necessariamente riguarda solo il rapporto tra fratelli, anche un figlio unico può essere estremamente geloso della relazione che esiste tra i genitori.
In una famiglia con più fratelli, ogni bambino può essere geloso di un altro, ma la causa più comune è la nascita di un fratellino. La rivalità è un fenomeno generalmente presente tra il bambino più piccolo e quello più vicino a lui per età.
Un bambino geloso prova paura ed insicurezza, teme di non essere amato e considerato al pari di qualcun altro. Per questo deve essere visto come un bambino che attraversa un momento triste e difficile della sua vita piuttosto che come un bambino che si comporta male di proposito o che all’improvviso è diventato cattivo, dispettoso e fastidioso.
Reazioni e atteggiamenti più comuni derivanti dalla gelosia verso il fratello o la sorella:
- regressione ad uno stato più
- aggressività verso i genitori
- aggressività verso il fratellino
- ritiro emotivo
Riuscire ad identificare questi aspetti come conseguenza di un'emozione specifica, permette di entrare nell'ottica di non colpevolizzare il figlio, ma questo non deve nemmeno portare i genitori ad assecondarlo.
Ecco alcune strategie che possono aiutare a modificare il comportamento inadeguato, perchè ricordiamo che è il comportamento ad essere sbagliato e non il bambino!
- Dire che ciò che sta provando è perfettamente normale, altrimenti potrebbe passare il messaggio che è sbagliato essere gelosi e si rischia di far sentire il bambino "cattivo" o "inadeguato", inoltre questo permette di dare un significato al sentimento e ridimensionarlo ad un piano di accettabilità.
- Potrebbe essere utile rinforzare positivamente il ruolo da fratello o sorella maggiore e dare delle responsabilità da bambino grande: aiutare la mamma a fare il bagnetto al fratellino, fare l'aiutante del papà per i lavoretti di casa, prevedere dei momenti e degli spazi di gioco da "grandi", ecc.
- Punire solo i comportamenti più pericolosi: picchia il fratello, rompe gli oggetti, dice parolacce, ecc. Per essere efficaci le punizioni devono essere proporzionate al danno ed esplicitate preventivamente costruendo delle "regole di famiglia" che non possono essere assolutamente infrante pena la punizione stabilita. Il bambino deve conoscere concretamente le conseguenze di una sua reazione, solo in questo modo può acquisire l'autonomia e l'autodeterminazione e imparare a diventare responsabile delle proprie azioni. Un altro aspetto fondamentale di una punizione è la costanza e la coerenza: se si promette una punizione, essa va inevitabilmente attribuita senza cedere a compromessi
- Dare al bambino tutto il tempo e l’attenzione di cui ha bisogno e permettetegli di avere comportamenti tipici di quando era più piccolo.
Il bambino più grande può sentirsi messo da parte e sostituito dal nuovo arrivato, è l’unico bambino che fino a quel momento ha avuto mamma e papà solo per sé e si chiede perché, se i suoi genitori lo amavano così tanto, hanno voluto un altro bambino.
In quanto genitori inesperti, con il primo figlio si tende ad attendersi molto, ad avere delle aspettative spesso eccessive nei suoi confronti. I bambini primogeniti ottengono di solito ottimi risultati in quello che fanno, tendono ad essere più maturi e responsabili e non hanno grosse difficoltà a seguire norme e regole.
Il secondo bambino ha spesso la sensazione che, per quanto duramente possa impegnarsi, non riuscirà mai a raggiungere lo stesso livello di abilità e gli stessi successi del fratello maggiore.
Il secondo di tre bambini risente sia della figura di quello più grande sia di quello più piccolo. Non è né privilegiato quanto il fratello maggiore, né viziato quanto il fratellino più piccolo. Le richieste e le aspettative che i genitori hanno nei suoi confronti sono generalmente meno esplicite e chiare.
Continuiamo con altre strategie/spunti di riflessione :
- momento di gioco speciale da fare insieme, senza interruzioni, senza la presenza del fratellino, e senza telefono che squilla
- Eliminate dal vostro vocabolario qualsiasi espressione che faccia intendere che lui ormai è grande. NON sottolineate il confronto inevitabile con il fratellino piccolo, se non per far notare che i grandi hanno più vantaggi. Ad esempio “tu sei grande e quindi puoi rimanere alzato un po’ più a lungo” e mai, ASSOLUTAMENTE MAI, “tu sei grande e devi avere cura di tuo fratello”
Al contrario cogliete l’occasione quando si presenta di sottolineare quanto sia diventato grande, e quindi che riesce a fare delle cose che prima non riusciva, che siete orgogliosi di lui e di quello che fa.
Forse è ovvio ma evitate di fare confronti.
- Ricordatevi inoltre che l’affetto non si impone. Dirgli che deve volere bene al fratellino solo perché è il fratello è assurdo. Non pretendete l’impossibile.
- Se cogliete il grande nell’atto di fare una cattiveria al piccolo, ricordatevi che per quanto assurdo, il più debole è lui. La reazione va pensata a seconda della gravità del gesto e dell’età del bambino grande.
Ricordate che se volete insegnare a vostro figlio il rispetto per gli altri lo dovete dare voi prima di tutto con l’esempio.
I litigi tra fratelli e sorelle sono inevitabili e scontati. E’ praticamente impossibile che in una casa ci siano dei bambini che vanno d’amore e d’accordo senza mai litigare.
Però:
Essere il più piccolo della famiglia non significa necessariamente essere il più fragile ed indifeso, specie se quando bisticcia con qualcuno riesce sempre ad ottenere l’appoggio della mamma o del papà.
Ricordate che non sono sempre innocenti come sembrerebbero e che sono benissimo in grado di far arrabbiare e indispettire il fratello più grande.
Se non avete visto come si sono svolte le cose e come i bambini sono arrivati a litigare, evitate di prendere le parti di uno dei due. Dite, per esempio: “Non importa chi ha cominciato, la regola in famiglia è che non ci si picchia”. Nel caso che i bambini non riescano a risolvere la questione da soli, separateli per un periodo di “time-out” di non più di 5 minuti per i bambini fino a 4-5 anni e fino a 15 minuti per i bambini più grandi. Quando è possibile, lasciate che i vostri figli risolvano da soli i loro problemi, a meno che la situazione non sia troppo tesa o siano arrivati alle mani.
Stabilite delle regole chiare su quanto è permesso e vietato quando si litiga, per esempio “ Non ci si lanciano le cose addosso”.
Incoraggiate i bambini a trovare da soli una soluzione alle loro questioni, con frasi come “Mi dispiace per quello è successo, ma sono sicura che potete risolvere da soli questo problema
In pratica, cercate sempre di trovare una soluzione al problema, non un colpevole!
Consigli pratici:
- E’ un’ottima strategia quella di dare piccole responsabilità ed occasioni ad entrambi i bambini, per esempio uno taglia la torta e l’altro prende la fetta per primo.
- Evitate di lodare troppo un bambino rispetto all’altro e di essere molto affettuosi con uno e non con l’altro.
- Cercate di non dare maggiori privilegi e attenzioni al bambino che “crea meno problemi”, spesso è proprio quello meno approvato che ha più bisogno degli altri di essere incoraggiato e lodato.
- Non intromettetevi tra i loro litigi tutte le volte che questo è possibile, quando i bambini si rendono conto di dover risolvere da soli i loro problemi smettono di correre da mamma e papà per lamentarsi del fratello o della sorella. Anche i bambini più piccoli sono in grado di trovare soluzioni molto efficaci quando sono nella necessità di doverlo fare.
Ricordate che è normale per molti bambini fino ai 4 anni stare poco tempo senza litigare, picchiarsi, piangere o rompere giocattoli, questo indica che non è ancora il momento perché possano giocare da soli.
- Quando entrambi i bambini fanno qualcosa di sbagliato è necessario riprenderli e correggere tutti e due, non solo quello più grande.
à Aiutate i vostri bambini ad avere amici, interessi e sport diversi, li aiuterà ad avere maggiori possibilità di sperimentarsi e favorirà il consolidarsi di una buona autostima.
Aspetti positivi: L’emergere della gelosia sebbene sia spesso fonte di tensione e conflitto sia tra i fratelli che di conseguenza tra i figli e genitori, consente anche di affrontare e superare una fase dello sviluppo del bambino che lo porterà verso un’adeguata maturazione sociale ed emotiva.
Il rapporto tra fratelli e sorelle può dunque essere considerato ed utilizzato come una sorta di palestra emotiva attraverso la quale si costruiscono la fiducia reciproca, la tolleranza, l’adattabilità piuttosto che la diffidenza e l’individualismo nel rapporto con gli altri.